Sebastiano Sciuti è morto l’8 Marzo 2016. Era socio onorario della nostra Associazione dal 2002. Nato a Napoli nel 1917 si è laureato in Fisica nel 1938. Ben noto il fatto che di lui abbia parlato Ettore Maiorana nella sua ultima lettera prima di scomparire.Prima di essere richiamato militare svolge una breve attività presso l’università di origine (Napoli), dopo la guerra, entra nell’Istituto di Fisica di Roma diretto da Edoardo Amaldi di cui diverrà grande amico. A partire dal 1946, studia la fisica dei mesoni al livello del mare ottenendo significativi risultati scientifici e aprendo la stagione della rinascita della Fisica Sperimentale nel nostro Paese contribuendo alla realizzazione di Laboratori presso Montorio al Vomano, vicino a Teramo – nella galleria di una centrale idroelettrica – e in alta quota, prima utilizzando un aereo acquisito come residuato bellico, poi presso il laboratorio della Testa Grigia, collocato sul Plateau Rosa, sopra Cervinia, a 3500 metri di quota. Dal 1956 contribuisce significativamente alla nascita della Fisica Nucleare applicata in Italia esperienza che è coronata dalla messa in esercizio nel 1960 del primo reattore nucleare completamente dedicato alla ricerca il Triga RC1, presso il Centro Ricerche della Casaccia a Roma. In questo periodo segue per conto di Amaldi le vicende del Comitato Nazionale per le Ricerche Nucleari (CNRN) guidato da Francesco Giordani. Il CNRN si è, successivamente, trasformato in CNEN prima ed ENEA poi. In questo periodo contribuisce allo sviluppo della Casaccia (quale direttore del Laboratorio di Fisica Nucleare applicata) e di un gruppo di ricercatori tra cui Antonio Paoletti, Daniele Prosperi, Marino Giannini e Filippo Mezinger.
Nel 1964 va in Cattedra a Catania dove rimane per un triennio e dal 1967 si trasferisce a Roma per creare il corso di Ingegneria Nucleare presso la Facoltà di Ingegneria.
Alla fine degli anni sessanta parte la sua attività nel settore dell’Archeometria, in parte stimolata dal fatto che egli è nipote di un famoso pittore siciliano dell’ottocento Giuseppe Sciuti.
Nel 1970 Sciuti, insieme con i suoi collaboratori (R. Cesareo, F.V. Frazzoli, C. Mancini e L: Storelli) inizia una collaborazione con i Dirigenti dell’Istituto Centrale del Restauro (P. Rotondi , direttore , Giovanni Urbani, Vicedirettore, Maurizio Marabelli, Direttore dei Laboratori ICR). Nel 1972 firma il primo lavoro di un italiano sulla rivista Archaeometry e organizza con i Lincei la conferenza Internazionale sulle “Applications of Nuclear Methods in the field of Works of Art” i cui atti, curati da Roberto Cesareo hanno avuto una notevole risonanza a livello internazionale contribuendo fortemente allo sviluppo dell’Archeometria nel nostro Paese (1973).
Nel 1989 cura, per conto dell’Accademia dei Lincei un censimento delle attività scientifiche in Italia per lo studio e la conservazione delle Opere d’Arte. Tale indagine conoscitiva verrà successivamente aggiornata nel 1994.
Nel 1992 per questa sua attività riceve presso l’Accademia dei Lincei il prestigioso Premio del Ministro per i Beni Culturali e Ambientali per la Fisica.
Nel 1994 viene nominato Professore Emerito di Fisica Nucleare dell’Università di Roma La Sapienza.
Nel 2001 promuove il convegno internazionale “Archaeometry in Europe in the Third Millennium” i cui atti sono stati pubblicati dall’Accademia dei Lincei.
Nella metà degli anni settanta realizza il Laboratorio sulle analisi non distruttive ed Archeometria (LANDA presso il Dipartimento di Energetica Laboratorio che è tutt’ora attivo). La sua attività nel settore della ricerca archeometria, si è articolata su diversi fronti che cercherò di sintetizzare in alcuni punti essenziali:
- sviluppo di tecniche di indagine non distruttiva;
- creazione di stazioni mobili multimodali per indagini in situ su Beni culturali (tra le prime proposte e sviluppate al mondo);
- indagini archeometriche su dipinti, metalli eceramiche.
E’ utile anche ricordare alcuni significativi eventi:
- campagna di studi su dipinti del Rinascimento (Caravaggio, Raffaello e Michelangelo) condotta in collaborazione con Corrado Maltese e Giovanni E. Gigante tra il 1983 e 1994;
- collaborazione con i Laboratori Scientifici del Vaticano (diretti da Nazareno Gabrielli) tra 1989 e la metà degli anni novanta, in questo ambito vi fu il grande lavoro diagnostico sul Giudizio Universale del Michelangelo;
- promozione, insieme con i colleghi Corrado Maltese e Franco Salvetti ed il contributo di diversi collaboratori, della Associazione Arte e Scienza che tra il 1982 e l’inizio degli anni novanta ha promosso numerose iniziative. Particolare interesse ha avuto la partecipazione alla XLII Biennale di Venezia, appunto intitolata Arte e Scienza, e la pubblicazione del volume La Fabbrica del Colore curata da S. Rinaldi;
- collaborazione con la soprintendenza Archeologica di Roma, dalla metà degli anni novanta, per lo studio degli affreschi Romani in collaborazione con Giovanna Bandini e Anna Candida Felici.
Sciuti è rimasto sempre attivo anche in tutti i primi anni del 2000, stimolando le attività del Laboratorio LANDA e partecipando alle campagne di misure che venivano proposte. Era sempre aggiornato su tutti gli sviluppi della tecnica ed era sempre curioso di testare nuove metodologie d’indagine. Va ricordato come una persona molto attiva, grande organizzatore, ottimo docente, pieno di idee stimolanti ed innovative, pieno di curiosità per tutto, da grande scienziato qual era. Ma soprattutto va ricordato per la sua affabilità, la sua umanità, la sua meravigliosa capacità di relazionarsi col prossimo, e l’affetto con cui ha accolto e ha guidati i suoi allievi nel laboratorio e nelle ricerche.
Roma, 8 Aprile 2016
prof. G. Gigante